Il fotografo di Mauthausen

 


Premessa

Il seguente post ha lo scopo di analizzare in modo più approfondito "Il fotografo di Mauthausen" il film sull'olocausto del 2018 di Mar Targarona, visto in classe per l'anniversario sulla giornata della memoria.

Trama

Ambientato all’interno del campo di concentramento di Mauthausen, il film racconta la storia dello spagnolo Francisco Boix, un fotografo partigiano comunista di Barcellona. Grazie al suo lavoro di fotografo, Franz viene preso come assistente dal responsabile del campo Paul Ricken, un'appassionato di fotografia che si diverte ad immortalare momenti macabri all'interno del campo. Franz non sa che cosa realmente accade dentro al campo di lavoro e, inizialmente, si illude che tutti i prigionieri si trovino nella sua stessa posizione. Ma, sviluppando le fotografie di Ricken, Franz vede montagne di cadaveri, persone ridotte a pelle e ossa e le scalinate infinite della miniera. Il film si conclude con la sconfitta dei nazisti a Stalingrado e al campo di Mauthausen viene dato l’ordine di bruciare tutte le foto di Ricken, quindi Franz convince alcuni suoi compagni a nasconderne i negativi come prova degli orrori subiti nel campo.




Come ho precedentemente sottolineato, il protagonista della vicenda è Francisco Boix, un comunista spagnolo che viene internato per le sue idee politiche liberali e contrastanti al regime totalitario tedesco. Per identificare le varie nazionalità dei detenuti, venivano cucite sulle loro tenute, le iniziali del Paese d'origine e per gli spagnoli era la S all'interno di un triangolo azzurro, che significava "senza patria". 

Due modi di vedere la fotografia

La storia prosegue attraverso gli scatti dei due principali fotografi del campo, che vedono la forma d'arte sotto diversi punti di vista, in particolare quello di un nazista e quello di un prigioniero. Per il capo fotografo del campo, il tedesco Paul Ricken, la ricerca della composizione perfetta all'interno dei suoi scatti è quasi un ossessione. Infatti in più scene del film lo vediamo destreggiarsi tra luci naturali e artificiali e ciò che è più macabro è l'ingegno e la tecnica che egli stesso mette al servizio di composizioni di cadaveri, sistemati appositamente per rendere la fotografia armoniosa e pulita. Per Ricken la realtà non esiste, dipende tutto dal punto di vista, ed è evidente che il suo sia quello privilegiato. Secondo Francisco, invece, la fotografia è un canale diretto che permette di raccontare la realtà dei fatti. Proprio per questo il suo scopo all'interno del campo è proprio quello di salvare più negativi possibili, che durante i processi di Norimberga, saranno fondamentali per la condanna di molti nazisti e per testimoniare che tutto ciò che accadeva nei campi di concentramento erano veri e propri genocidi, fatti reali.